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Unfriended: Dark Web, la recensione del deludente horror firmato Blumhouse

02/07/2020 09:00

Marco Filipazzi

Recensione Film, Film Horror, Blumhouse,

Unfriended: Dark Web, la recensione del deludente horror firmato Blumhouse

Il tipico prodotto Blumhouse realizzato per fare cassa; una buona idea alla base e un'esecuzione scolastica. Insomma, molta apparenza e poca sostanza

Perché vedere Unfriended: Dark Web? Non è una domanda retorica, anzi, è una domanda che sorge spontanea dopo una manciata di minuti dall'inizio del film (rigorosamente sul divano di casa, perché pagare il biglietto e vederlo al cinema è pura follia). Unfriended: Dark Web è il secondo capitolo di una saga che onestamente aveva già poco o nulla da dire nel suo primo film, il tipico prodotto Blumhouse realizzato apposta per fare cassa e girato con quattro spicci (questa volta letteralmente); una buona idea alla base e un'esecuzione scolastica. Insomma, molta apparenza e poca sostanza.

 

In più è un horror girato interamente "on screen", ovvero è la registrazione in diretta dello schermo di un pc (quello del protagonista) dove si accavallano videochiamate, chat, social network ricerche internet e quant'altro si possa aprire sullo schermo di un pc. Una precisazione: a vederlo sulla tv di casa si fa davvero una fatica immensa a leggere le chat tra i personaggi, rese piccolissime dal fatto che il protagonista non apre mai nulla a tutto schermo. Ancora una volta la domanda è: perchè? 

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Ad attirare è quel sottotitolo, Dark Web, ovvero tutta la parte di internet non tracciata dai siti di ricerca, che comprende un sacco di cose da cui è meglio stare alla larga: pornografia estrema, compra-vendita di armi, droghe, sicari su commissione, film snuff e molte altre nefandezze del genere. 

Il dark web è stato sfruttato poco o nulla dal cinema horror contemporaneo, ma Unfriended: Dark Web è come una bottiglia d'acqua fresca in una giornata d'agosto: ne vieni attirato, ma quando la bevi scopri che sa di plastica. 

Per la prima mezz'ora, il film risulta anche interessante. Un gruppo di amici cazzeggia online mentre il protagonista chatta con la fidanzata.Lei è sordomuta e lui sta sviluppando una app che traduce il linguaggio dei segni in emoji. Il protagonista è un hacker della domenica che ha recuperato un vecchio pc e scopre che dentro ci sono un sacco di giga di film snuff. E - sorpresa - il proprietario del vecchio pc lo scopre e li rivuole indietro. 

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Ma lo schermo appiattisce tutto; in primis la tensione, che fa scivolare questo horror (anche sul genere ci sono dei dubbi, dato che la connotazione thriller è molto più forte) in una serie di eventi verso i quali non riesci ad appassionarti. Tutto è distante, filtrato, manca il contatto fisico, lo scontro… e ovviamente il sangue. Anche le morti, infatti, sono anonime, prive di spargimento di sangue o di quel “godimento" necessario per potersi gustare un buon film horror o uno slasher in cui i protagonisti sono solo carne da macello da vedere morire in modi bizzarri e fantasiosi. Ma nulla, un castissimo PG-13 ci priva anche di questa gioia.

 

Cosa resta alla fine del film per poter rispondere alla domanda iniziale "perchè vedere Unfriended: Dark Web"? Nulla. 95 minuti di noia, un pugno di protagonisti anonimi, una storia che si dimentica quando iniziano a scorrere i titoli di coda e praticamente nessuna invenzione visiva, a parte quella del glitch sulla faccia del killer.


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Genere: horror

Titolo originale: Unfriended: Dark Web

Paese/Anno: USA, 2018

Regia: Stephen Susco

Sceneggiatura: Stephen Susco

Fotografia: Kevin Stewart

Montaggio: Andrew Wesman

Interpreti: Colin Woodell, Andrew Lees, Betty Gabriel, Rebecca Rittenhouse

Colonna sonora: Sam Gray

Produzione: Blumhouse Productions

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 88'

Data di uscita: 16/05/2019

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