Questo piccolo ma ambizioso film, prima produzione italo-argentina, si pone l’obbiettivo di aiutarci a risolvere un quesito a cui l’uomo spesso non ha saputo rispondere: che cos’è l’arte? E soprattutto, cos’è l’arte contemporanea? La pellicola si pone quasi come un saggio, originale ed interessante, sul mondo paradossale di mostre e gallerie, di cui fa un’analisi disincantata ed ironica. Jorge Ramirez lavora come infermiere in un istituto geriatrico. La sua vita piatta e ripetitiva cambia all’improvviso, quando si accorge che uno dei suoi pazienti dipinge meravigliose “opere” che lui ritiene di grande talento. Jorge non ne sa nulla di arte, ma grazie a questa scoperta, vi si avvicina e decide di presentare come suoi quei lavori, proponendoli ad una galleria. In breve tempo, e inaspettatamente, il sedicente pittore si ritrova proiettato nel mondo dei collezionisti e delle mostre, divenendo uno degli artisti emergenti più quotati del panorama nazionale. Inizia a guadagnare molti soldi, trova una nuova ragazza e partecipa a feste e venissages, circondato da un nugolo di curatori, collezionisti e ammiratori: chi lo stima e chi invece è interessato a sfruttarne il nome. Ma il futuro e l’evoluzione della carriera di Jorge sono legati al destino del suo anziano paziente. L’arte di Jorge è quindi una truffa? O più in generale lo sono le regole che la governano? I registi Mariano Cohn e Gastòn Duprat, alla loro opera prima, esplorano i meccanismi dell’ industria dell’arte, vista come una concatenazione di processi creativi, logiche di mercato, pretese di curatori e pubblico. Il film pone molte domande, alle quali cerca di rispondere con l’esperienza dello sceneggiatore, Andrès Duprat (fratello del regista) curatore d’arte e manager di programmi culturali. Le inquadrature vengono realizzate come fossero cornici pittoriche, dalla disposizione dei mobili all’angolazione della fonte luminosa, come in un racconto visivo e sonoro narrato dagli oggetti, spesso zoomati così ravvicinati da divenire soggetti artistici anch’essi. Genuina la raffinatezza con cui l’anziano artista viene presentato: non parla, riempie la scena con la sua dedizione e semplicità; le angolature con cui viene ripreso sono sempre molto intimistiche e, soprattutto, i suoi disegni non si vedono mai. Un modo per lasciarci immaginare l’Arte come qualsiasi cosa possibile. Chi è il vero artista dunque? Colui che dipinge le opere o colui che le sa proporre al mondo, che le interpreta? Con intento analitico e filosofico, la pellicola cerca di chiarire i concetti che questo mondo in apparenza etereo ed elitario propone. Ma lascia allo spettatore la conclusione finale, ponendo nel finale (aperto) la speranza che la vita di Jorge possa in qualche modo trasformarsi in una vera esperienza artistica.