Anticipato da una campagna marketing martellante che lo etichettava come “il nuovo Silenzio degli innocenti” e “l’horror dell’anno” è arrivato in sala, giusto in tempo per Halloween, l’atteso Longlegs.
C’è un nuovo serial killer in circolazione, che spinge gli uomini medio-borghesi a sterminare i propri cari prima di togliersi la vita.
Se non fosse per lettere cifrate che rivendicano le stragi e riportano la firma di Longlegs, non si direbbe nemmeno che questi omicidi siano opera di qualcuno. Fino a che una giovane, e in gamba, agente dell’FBI Lee Harker viene assegnata al caso.
Alla regia (ma anche alla sceneggiatura) troviamo Oz Perkins, figlio di Anthony “Norman Bates” Perkins, che già aveva dato prova di aver un occhio invidiabile per la messa in scena con i precedenti Gretel e Hansel e February – L’innocenza del male.
Le inquadrature sono statiche, lente, realizzate con una cura maniacale che le fa assomigliare a dei quadri in movimento, mentre la loro composizione è simmetrica come se stessimo assistendo a un film di Wes Anderson (non citiamo Ari Aster perché altrimenti tocca fare l’ennesima diatriba sull’elevated horror, il cui puzzo comunque impregna anche Longlegs, sappiatelo), ma anziché con una palette di colori pastello la fotografia lavora con il nero e i colori desaturati.
E va ammesso che l’atmosfera di Longlegs è forse l’apice del film da quanto è malsana e morbosa, necessaria per mantenere una tensione costante, soprattutto nei primi due atti. Mano a mano che scorre il minutaggio (dei comodissimi, seppur lenti, 101 minuti) è come se i personaggi, anche quelli positivi, venissero infettati da questa atmosfera, abbandonando progressivamente il loro raziocinio per far emergere il proprio lato oscuro.
E come perno di tutta la vicenda c’è ovviamente uno sbandierato Nicolas Cage (anche produttore) che, per la prima volta in carriera, veste i panni di un serial killer che sfida l’FBI. Il suo aspetto, che nella sopra citata campagna marketing è stato mantenuto segretissimo (ma anche nel corso del film dovremmo aspettare un bel po’ prima di poterlo vedere chiaramente in faccia) è senza dubbio d’impatto e si sposa alla perfezione con le atmosfere desaturate del film. Sotto gli strati di trucco e cerone che lo avvicinano all’estetica di Marc Boland (leader dei T-Rex, un riferimento che ha un certo peso all’interno della narrazione) è impossibile non riconoscere la carica di Cage: ovviamente finirà con lo sbroccare come suo solito, anche se meno rispetto all’overacting a cui ci ha abituati.
Nel mezzo ci sono una serie di rimandi nemmeno troppo velati al miglior cinema di serial killer, dal succitato Silenzio degli innocenti, passando per Manhunter – Frammenti di un omicidio, Seven, Zodiac ma anche la prima stagione di True Detective e X-Files per quanto suggestioni cristiane, cabaliste, numerologhe ed esoteriche serpeggino tra le righe della storia sin dal primo minuto.
Longlegs quindi è il capolavoro tanto sbandierato? No. Ma è senza dubbio un ottimo film con affascinanti frecce nel suo arco.
Di sicuro riuscirà a far breccia in buona parte del pubblico, ma è anche vero che molti rimarranno con l’amaro in bocca perché il principale colpo di scena (nonché lo svelamento del modus operandi e del movente di Longlegs, quindi non proprio una postilla di trama) potrebbe risultare una brusca virata che si allontana troppo da quello che le intenzioni iniziali del regista ci avevano fatto credere.
Se volete parlarne in maniera più approfondita allora tracciamo la linea dello spoiler. Nella prima parte del film, mentre l’FBI indaga sull’identità di Longlegs, vengono introdotti sottotesti biblici e strizzatine l’occhio al fatto che il serial killer possa agire spinto da ideali satanisti. Considerando che la vicenda si svolge negli anni ’90 (come ci indica il faccione di Clinton appeso al muro negli uffici dell’FBI) è facile tracciare un parallelismo con il “satanic panic” che in quel periodo dilagava negli USA. La brusca virata di cui parlavamo si ha nel momento in cui il film sconfina nel paranormale, risolvendo il caso con uno stregone che incanta bambole in grado di far impazzire la gente e fargli uccidere i propri cari. Per non parlare della chiusura “tutto in famiglia” che smorza (e non di poco) il buon lavoro fatto in precedenza in favore di una forzatura che non era necessaria. Fine della linea dello spoiler.
Per alcuni potrà anche essere il film dell’anno, per altri un’occasione mancata dall’estetica perfetta: la verità è che non siamo più abituati a dare giudizi intermedi, ma solo estremi. Longlegs, al netto di tutto, è un ottimo film d’atmosfera che comunque prova ad aggiungere qualcosa al panorama horror contemporaneo.
Genere: horror, thriller
Anno: USA, 2024
Regia: Oz Perkins
Sceneggiatura: Oz Perkins
Fotografia: Andres Arochi
Montaggio: Graham Fortin, Greg Ng
Musiche: Elvis Perkins
Interpreti: Nicolas Cage, Alicia Witt, Maika Monroe, Blair Underwood, Micehelle Choi-Lee, Dakota Daulby, Lauren Acala, Kiernan Shipka, Maila Hosie, Jason William Day, Lisa Chandler, Rryla McIntosh, Carmel Amit, Charles Jarman, Erin Boyes
Produzione:Automatik Entertainment, C2 Motion Picture Group, Neon, Saturn Films
Distribuzione: Be Water Film in collaborazione con Medusa Film
Durata:101 min
Data di uscita: 31 ottobre 2024