Cosa si può dire di male su Terrifier, uno dei film horror più interessanti usciti negli ultimi anni, in grado di generare una instant-icon dello slasher moderno come Art il clown? La storia produttiva di Terrifier 2 è un esempio perfetto di come questo personaggio sia penetrato subito nell’immaginario.
A inizio 2019 il regista Damien Leone annuncia di aver completato la stesura di Terrifier 2 :una sceneggiatura ambiziosa per far fronte alle critiche che additavano il precedente come film la cui trama era solo un inanellarsi di violenza e uccisioni (d’altra parte, come dargli torto!).
Per realizzare una delle scene più complesse e splatter del sequel, Leone aprì una campagna crowdfunding su Indigogo con l’obiettivo di raccogliere 50.000 dollari. Nel giro di un pomeriggio ne rastrellò oltre 250.000, il quintuplo della cifra richiesta, ritrovandosi all’improvviso con tutto il budget (e anche di più) di cui aveva bisogno per realizzare il suo film. Questo la dice lunga su quanto il primo Terrifier abbia fatto breccia nel pubblico. E la dice ancor più lunga sulla totale indipendenza in cui Terrifier 2 è nato.
In un momento storico in cui il cinema si sta facendo sempre più edulcorato, Leone se ne frega. Ha tutti i soldi che gli servono, perciò si rimbocca le maniche scrivendo, dirigendo, producendo e montando questo sequel: il risultato è una pellicola squisitamente estrema, di quelle che non dovrebbero nemmeno raggiungere il buio di una sala, figuriamoci il grande pubblico. Eppure, per una strana congiunzione astrale, Terrifier 2 viene distribuito regolarmente nei cinema.
Non solo: ha un successo imprevisto, incassando quasi 10 milioni di dollari, di cui mezzo milione solo nel primo giorno di programmazione! Insomma, Terrifier 2 diventa uno di quei rarissimi casi di cinema estremo che riesce a raggiungere un pubblico mainstream.
Con cinema estremo si intende il fatto che in una delle scene più gore - Art fa letteralmente a pezzi una vittima - il tutto ci viene mostrato con dovizia di particolari in una sequenza dall’estenuante durata di 3 minuti! 3 minuti in cui vediamo solo sadismo, mutilazioni, frattaglie e sangue… tanto, tanto sangue.
La storia riprende dove il film precedente finiva: Art si risveglia nell’obitorio dopo la strage compiuta e un anno dopo.
La notte di Halloween, ovviamente. E si mette a perseguitare una coppia di fratelli orfani con un padre fumettista che disegnava il personaggio di Art e i suoi omicidi. Perché? Boh! Non ci viene mai spiegato.
Parafrasando South Park, Terrifier 2 è più «grosso, più lungo e tutto intero». Infatti se il primo film era asciutto e perfetto nei suoi 84 minuti di durata, qui il minutaggio fa subito storcere il naso: 138 minuti!
La prima domanda che ci si pone è «sono davvero necessari?». Ovviamente la risposta è no: nessuno slasher dovrebbe durare più di un’ora e mezza, perché cosa c’è da aggiungere al canovaccio di un maniaco che miete vittime una dietro l’altra? L’introspezione psicologica e il tormento dei protagonisti? Ma per favore, la sola cosa che conta sono la brutalità e la fantasia con cui vengono commessi gli omicidi.
Per quanto Leone si sforzi di creare una sorta di mitologia attorno al personaggio e di costruire una specie di storia di origini per la sua nemesi, Sienna, tutti questi dettagli e sottotrame ci interessano fino a un certo punto.
Il motivo principale di attrazione sta proprio in Art: la sua presenza scenica che galleggia tra l’inquietante e il farsesco, il sadismo spinto allo stremo e la sua totale imprevedibilità sono la vera attrattiva della saga di Terrifier. Una menzione d’onore va a David Howard Thornton, l’attore sotto il costume da clown, che fa lo stesso lavoro che a suo tempo fece Robert Englund su Freddy Krueger. Il personaggio diventa suo, in una maniera quasi totalitaria. E questo, da solo, riesce a decretare il successo del film, ammaliando i fan al punto da convincerli a finanziare in toto un intero sequel.
D’altra parte tutte le grandi saghe slasher, da Non aprite quella porta a Saw, fanno nel loro boogeyman il cardine su cui focalizzare l’attenzione. Paghiamo il biglietto per vedere Michael Myers, Jason, Freddy Krueger o John Kramer e scoprire come uccideranno i poveri malcapitati di turno. Il resto è puro contorno.
E al netto della durata eccessiva, Damien Leone porta sullo schermo questo contorno nella maniera più giusta possibile: gli omicidi sono tanti e il tasso di violenza è altissimo, i personaggi interessanti e cercano di scollarsi dai soliti stereotipi del genere, il design di alcune scene (il luna park abbandonato, il sogno realizzato come se fosse uno show tv) è azzeccato e originale.
E poi sì, c’è anche una storia abbastanza originale, che cerca di scavare (ma non troppo, dato che molte risposte vengono rimandate) nelle origini di Art e Sienna, lasciando intendere che qualcosa gli accomuna. Che cosa? Lo scopriremo in Terrifier 3.
Genere: horror
Paese, anno: USA, 2022
Regia: Damien Leone
Sceneggiatura: Damien Leone
Interpreti: Lauren LaVera, David Howard Thornton, Jenna Kanell, Catherine Corcoran, Samantha Scaffidi, Chris Jericho, Kailey Hyman, Casey Hartnett, Katie Maguire, Felissa Rose, Elliott Fullam, Sarah Voigt, Griffin Santopietro, Amelie McLain
Fotografia: George Steuber
Montaggio: Damien Leone
Musiche: Paul Wiley
Produzione: Epic Pictures Group
Distribuzione: CineMuseum
Durata: 138 min