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Barbie (2023), la recensione del film di Greta Gerwig con Margot Robbie: un racconto leggerissimo dal cuore ro

20/07/2023 10:45

Valentina Pettinato

Recensione Film, Film Commedia, Margot Robbie, Warner Bros., Greta Gerwig, Film USA, Ryan Gosling, Noah Baumbach, Barbie, Dua Lipa, Helen Mirren, America Ferrera,

Barbie (2023), la recensione del film di Greta Gerwig con Margot Robbie: un racconto leggerissimo dal cuore rosa

La Barbie di Greta Gerwig è un’eroina dall’outfit sempre perfetto, che si fa portavoce di un dramma esistenziale su stereotipi e divario di genere.

Quest’estate è il rosa il colore più caldo. Un rosa che ha tante sfumature nostalgiche nella sua nuance, perché è quello Barbie, iconica bambola della Mattel dalla vita perfetta, che vive nel suo regno pink a Barbieland. 

 

Barbie che è protagonista di uno dei film più attesi del 2023, che sta monopolizzando da tempo tutte le timeline social assieme all’altro film altrettanto atteso, Oppenheimer di Christopher Nolan (che da noi in Italia, però, uscirà a fine agosto).

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La Barbie di Greta Gerwig è un’eroina dall’outfit sempre perfetto, che si fa portavoce di un dramma esistenziale su stereotipi e aspettative legate al genere, ruoli e immobilismo sociale.

 

La pellicola, che Greta Gerwig ha scritto insieme al suo compagno Noah Baumbach, è un road movie dai diversi livelli di interpretazione; un film citazionista, arguto e sagace, che affronta varie tematiche, come il rapporto madre-figlia o, ancora, il concetto di femminilità e mascolinità che la società ha prodotto nel corso della storia. 

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Poteva essere solo un grande spot di due ore su un giocattolo. Invece questo film si apre a molto altro, perché riesce a essere fedele a chi la Barbie la ama, difendendone la bontà dietro all’idea di chi l’ha ideata; e riesce a essere vicino a chi la bambola la odia, condannando il sessismo e le moderne forme di patriarcato, ma anche ogni tipo di società utopica che accetta le disparità tra generi. 

 

Barbie è un racconto leggerissimo il cui cuore (rosa) è un messaggio da lanciare forte alle nuove generazioni ma anche alle vecchie, giocando sul registro nostalgico e quello attuale.

Protagonista una sorridente e perfetta Margot Robbie, che interpreta Barbie Stereotipo, modello base della bambola. Accanto a lei vivono tanti altri modelli di Barbie: Barbie Presidente (Issa Rae), Barbie Dottoressa (Hari Nef), Barbie Scrittrice (Alexandra Shipp), tutte in posizioni di responsabilità e potere all’interno di una società utopica in cui le donne sono giovani, bellissime e perfette e gli uomini sono solo uomini.

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Sono le Baribe a governare questo piccolo mondo pink, felice e spensierato, dai giorni sempre uguali. 

A fare loro compagnia un gruppo di Ken, docili e ingenuotti, che esistono solo in quanto appendice delle Barbie, relegati a uno status secondario di cui sembrano non curarsi troppo.

Barbie stereotipo ha come compagno di avventure un meraviglioso Ken - Ryan Gosling - alla sua prova attoriale forse più complessa. Un Gosling irresistibilmente stupido, improbabile nel suo biondo surf con gli addominali abbronzati, che dedica la sua vita a ricevere uno sguardo ammirato dalla sua Barbie stereotipo, che ama disperatamente. 

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La trama del film è un piccolo e delizioso viaggio di formazione in cui Barbie stereotipo inizia a mettere in dubbio la sua vita. E, mossa da inspiegabili pensieri tristi che poco le si addicono, affronta un cammino verso il mondo reale, alla ricerca di ciò che turba la sua vita patinata e trovare una soluzione.

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La regista, al suo terzo lungometraggio (dopo Lady Bird e Piccole Donne), torna a parlare di donne, ma da diverse prospettive.

 

Lo schema narrativo del film è infatti triplice [da qui, forse, SPOILER]: abbiamo una prima parte in cui al centro delle azioni c’è Barbie-Margot Robbie, che cerca una cura al suo improvviso male di vivere. Attraverso i suoi occhi assistiamo a un racconto apparentemente superficiale e irriverente che tocca picchi di profondità secondarie inaspettate nel parlarci del ruolo femminile nel mondo e del concetto di mascolino. 

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Benvenuta nel mondo reale cara Barbie, dove molestie sessuali e disparità di genere sono all’ordine del giorno! 

 

Ad aiutarla a risorgere dopo questa epifania una dipendente della Mattel (America Ferrara) e sua figlia (Ariana Greenblatt), che hanno causato in lei i pensieri tristi.

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Nella parte centrale invece, a fare da protagonista è proprio questo racconto madre-figlia e il ruolo che una donna (madre, lavoratrice, moglie, amica) deve svolgere all’interno di una società in cui esistono ancora gap di genere e in cui non ci si possono permettere momenti di debolezza. 

 

Da questo momento il racconto sulla Barbie si fa decostruttivo, si demolisce cioè il pensiero di Barbie Stereotipo: le bambole non hanno avuto mai in realtà il ruolo ispiratore nella generazione di bambine con cui hanno giocato (diversamente da ciò che chi le ha progettate auspicava), ma al contrario sono iconografia di sessismo e ideali maschilisti, utopici e demotivanti, che non hanno ragion d’essere in una società moderna.

Nella parte finale la pellicola e tutta incentrata su di lui, Ken – Gosling, che cerca di instillare proprio come in Inception il seme del patriarcato a Barbieland, con ironia irresistibile e siparietti musicali incantevoli.

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Raccontata dalla voce fuori campo di Helen Mirren. il film è un tripudio scintillante di divertimento allo stato puro e citazioni. La messa in scena è stupefacente e la fotografia (Rodrigo Prieto) ha dato tutto quello che poteva dare. 

 

Ai detrattori si potrà rispondere che ok, c’è anche molta retorica, ma cosa importa. Questo film è anche racconto generazionale, ripercorre la crescita emotiva di una bambina che ormai adulta, inizia a disilludersi e abbandona i suoi giochi, fino ad odiarli. 

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Barbie è una satira sul machismo e il mansplaining, sul femminismo a tutti i costi ma anche sui ruoli che ogni giorno siamo chiamati a recitare, indossando diversi outfit. 

 

Con qualche limite, ne siamo consapevoli, ma è pur sempre una pellicola su Barbie. Ed è proprio in questo delicato equilibrio tra satira e pathos che il film consacra senza dubbio Greta Gerwig come una delle registe capaci di cogliere con verità e forza la voce femminile delle ultime generazioni.


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Genere: commedia

Paese, anno: USA, 2023

Regia: Greta Gerwig

Sceneggiatura: Greta Gerwig, Noah Baumbach

Fotografia: Rodrigo Prieto

Musiche: Alexandre Desplat

Interpreti: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Michael Cera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Rhea Perlman, Will Ferrell, Ana Cruz Kayne, Emma Mackey, Hari Nef, Alexandra Shipp, Kingsley Ben-Adir, Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans, Jamie Demetriou, Connor Swindells, Sharon Rooney, Nicola Coughlan, Ritu Arya, Helen Mirren, Emerald Fennell, Dua Lipa

Distribuzione: Warner Bros.

Produzione: Heyday Films, LuckyChap Entertainment, Mattel Films, Mattel, Warner Bros. Pictures

Durata:114 min

Data di uscita: 20 luglio 2023

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