Una chiaccherata intorno al fuoco, due birre, qualche risata: Ariaferma di Leonardo Di Costanzo si apre con quella che sembra una quasiasi scampagnata tra amici; e invece capiamo, ascoltando i dialoghi, che si tratta della festa di addio/abbandono al carcere organizzata da un gruppo di secondini. La prigione in cui lavorano è quella di Mortana, luogo più o meno esistente, probabilmente situata nel sud Italia.

I secondini non fanno in tempo a festeggiare che la direttrice del carcere, prima di sgomberarlo, li convoca per dare loro una notizia: alcuni detenuti resteranno reclusi nella prigione, sebbene questa sia destinata all'abbandono.
I pochi carcerati e i pochi secondini rimasti dovranno condividere la "rotonda", uno spazio circolare, esattamente al centro della prigione, dal quale si dipanano i corridoi che portano alle altre ali dell'edificio, ormai dismesse. La struttura stessa diventa quindi la vera protagonista della vicenda: un luogo che accoglie esseri umani molto simili, che la società ha reso estremamente diversi e collocato da due parti opposte della barricata.
Uomini in cattività - reclusi e guardie - vivono in una bolla regolata da leggi dettate dalla società esterna, che ormai non fa più parte del loro mondo. Ed è così che le regole, mano a mano, vengono meno: e allora il personaggio di Toni Servillo, il più anziano dei secondini, permette ai carcerati di cucinare (sebbene - da regola - il vitto dovrebbe arrivare già pronto dall’esterno) e Don Carmine chiede di essere lui a preparare da mangiare per tutti. Un gesto quotidiano che, in un posto così lontano dalla realtà, fa tornare tutti umani.

Il tempo è l’altro protagonista del film. Il tempo trascorso nel carcere, il tempo del trasferimento, il tempo speso ad aspettare che il comando arrivi (ma che, in realtà, non arriverà mai): un tempo dilatato, ma allo stesso modo cortissimo, un tempo che trova significato solo perchè scandito dai pasti. Ecco, allora, che i riti collettivi - come cucinare, mangiare - sono parte fondante di una routine dove, altrimenti, ore e giorni non avrebbero ragione di essere contati.
Leonardo Di Costanzo non abbandona il suo stile quasi "documentaristico" e dirige con sensibilità e attenzione due dei migliori attori in circolazione.
Toni Servillo e Silvio Orlando recitano in duetto, restituendo nei loro personaggi chimica e umanità difficile da trovare altrove. E il risultato è uno dei film italiani migliori di questa Venezia78.


Genere: drammatico
Paese, anno: Italia, 2021
Regia: Leonardo Di Costanzo
Sceneggiatura: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Carlotta Cristiani
Interpreti: Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco, Pietro Giuliano, Nicola Sechi, Leonardo Capuano, Antonio Buil, Giovanni Vastarella, Francesca Ventriglia
Produzione: Tempesta, Amka Films Productions, Rai Cinema
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 117'
Data di uscita: 14/10/2021