A soli 25 anni, Fred Vogel realizza il primo August Underground a cui seguono altri due film: come nasce questa saga estrema e di che cosa parla
Fred Vogel, classe 1976, originario del New Jersey. Quando scrive, produce, dirige e interpreta il suo primo film ha appena 25 anni. A fine visione viene da chiedersi come deve essere stato il suo primo quarto di secolo, dato che il risultato è August Underground.
Segnato da maltrattamenti e abusi come un novello Ed Gein? Oppure rampollo cresciuto in una famiglia borghese, che a un certo punto ha deciso di ribellarsi a tutto e a tutti con questo film, un po’ come era successo a Euronymous, che di fatto ha inventato il black metal? Impossibile stabilirlo con certezza perché, oltre a una manciata di informazioni (e al fatto che Imdb riporti che Fred è alto 1 metro e 91) in rete si trovano davvero pochi cenni biografici su di lui. Proviamo lo stesso a capirci qualcosa e a raccontare come è nata la saga di August Underground.
Chi è Fred Vogel
Dopo essersi laureato all'Art Institute di Pittsburgh, Fred sogna di volare a LA e lavorare come effettista a Hollywood. Ma per farlo gli occorrono i soldi, perciò accetta la cattedra di insegnante di arte e scultura 3D che la scuola gli offre. Due anni dopo, la fortuna gira dalla sua parte perché la scuola avvia un nuovo corso, il cui insegnante d’eccezione è Tom Savini, originario proprio di Pittsburgh.
Savini è una vera leggenda nel campo degli effetti speciali pratici. Collaboratore storico di George A. Romero, per cui ha dato non-vita agli zombi nella sua esalogia, ha contribuito inoltre a realizzare alcuni tra gli effetti speciali pratici più innovativi apparsi sullo schermo negli anni ’80: Venerdì 13, Maniac, The Burning, Creepshow, Nightmare.
Fred Vogel apprende da Tom Savini “l’arte dello splatter” e non vede l’ora di metterla in pratica.
Per il suo debutto sogna di dirigere uno zombie-movie, ma non ne ha le risorse economiche. Perciò inizia a pensare più in piccolo. A qualcosa alla sua portata (finanziaria), che però gli permetta di fare ampio sfoggio di effetti speciali pratici e truculenti.
«Sapevo che se avessi fatto un primo film abbastanza buono, avrei potuto ottenere i soldi per realizzare il mio film sugli zombi» ha dichiarato Vogel in una delle rare interviste rilasciate. E continua: «Ragionai su altro. Ero stanco di tutti i film sui serial killer che non ti mostravano cosa accada veramente. Il genere dei serial killer al cinema era un modo perfetto per cominciare. Non avevamo soldi, ma avevamo sangue in abbondanza e io volevo fare qualcosa che la gente avrebbe notato. Volevo mostrare davvero allo spettatore come sono queste persone, non alla maniera di Hollywood... lì sono fichi, puliti e carini. Il mio film doveva essere immaturo, sporco, brutto e ovviamente molto reale».
È così che nasce l’idea di August Underground.
E se vi state chiedendo il motivo di questo bizzarro titolo (in origine era Peter, il nome del protagonista interpretato dallo stesso Vogel, ma era troppo simile a Henry – Pioggia di sangue), è molto semplice: le riprese del film si sono svolte nel mese di agosto e, trattandosi di un film indipendente "underground" ecco fatto. August Underground.
I tre film di August Underground
Il primo capitolo, anno 2001: August Underground
Più di un’ora in cui due ragazzi annoiati della periferia americana si rivelano due psicopatici che mettono in scena un’orgia di violenza, sesso e sadismo senza senso, senza movente e senza razionalità. Picchiano, torturano e uccidono solo per il gusto di farlo. Ed ecco a voi il primo film di August Underground.
Il capitolo due, August Underground’s Mordum (2003)
Se il primo August Underground raggiungeva notevoli vette di sadismo e violenza, questo sequel è tra le cose più estreme in circolazione. Di film controversi e disturbanti la storia del cinema è piena, ma pochi riescono a reggere il confronto con l’opera seconda di Fred Vogel.
Capitolo tre, August Undergrund’s Penance (2007)
Dopo l’apice toccato da August Underground’s Mordum era impossibile realizzare qualcosa di più allucinante e depravato, e infatti, a sorpresa, questo terzo capitolo riesce quasi a rientrare nei binari classici del cinema. Non è più solo un inanellarsi di violenza e sadismo, ma si cerca di raccontare una storia, imbastendo persino una trama di fondo.