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Ritorno al futuro

21/12/2010 11:00

Maurizio Encari

Recensione Film, Film Avventura, ritorno al futuro, zemeckis,

Ritorno al futuro

L'inizio di una leggenda che ha travalicato generazioni

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Tic toc, fanno gli orologi in casa del Dr. Emmett Brown. L'inizio di una leggenda che ha travalicato generazioni, e che ancora oggi continua a mietere appassionati in ogni angolo del globo. È il 1985, e Robert Zemeckis (reduce dal genere avventuroso di All'inseguimento della pietra verde) ci regala una pietra miliare col primo capitolo di quella che diverrà una trilogia cardine del cinema di genere. Personaggi e situazioni che sono entrati a pieno diritto nell'immaginario comune, e di cui ora si può godere anche nella bellezza dell'alta definizione. Ritorno al futuro, se non di capolavoro, si può vantare del titolo, a volte anche più importante, di culto universale, che gli ha permesso di restare sempre attuale nonostante lo scorrere degli anni.


Marty McFly (Michael J. Fox) è un normalissimo teenager, un pò scapestrato, che ha come improbabile amico il Dr. Emmett Brown (Christopher Lloyd) uno scienziato delirante e geniale. Quando una sera Doc lo invita a un misterioso esperimento, Marty si trova davanti a un'avveniristica Delorean. Secondo l'uomo di scienza, la macchina da lui modificata sarebbe in grado di effettuare viaggi nel tempo. E incredibilmente, la fantasiosa teoria trova riscontro nella realtà, avendo usato come "cavia" il cane di Doc, Einstein. Quando la vettura e il quadrupede tornano indietro dalla breve esplorazione temporale, i due non hanno neanche il tempo di festeggiare che un gruppo di terroristi libici uccide Doc, costringendo Marty alla fuga improvvisa sulla Delorean, che lo porterà indietro nel tempo, nell'anno 1955, dove il ragazzo incrocia inavvertitamente sua madre Laura (Wendie Jo Sperber), finendo per cambiare inevitabilmente lo scorrere degli eventi e mettendo a rischio anche la sua stessa nascita nel futuro. L'unico modo per riuscire a sistemare le cose è chiedere aiuto al Doc di quegli anni, totalmente ignaro dell'identità del ragazzo.


Una nostalgica e rocambolesca avventura, ricca di situazioni comiche di grande originalità. Puro e intelligente divertimento, per quasi due ore di spettacolo di qualità per tutta la famiglia. Gli anni '80 sprizzano da ogni fotogramma, nonostante l'ambientazione sia per la maggior parte di tre decadi precedenti, ma lo sguardo e lo stile adottato da Robert Zemeckis vive del periodo storico in cui è stato realizzato. Giocata abilmente sul sottile filo dei continui rimandi tra passato e presente, ci mostra ancora una volta come il tempo non possa essere modificato senza cambiare inesorabilmente l'evoluzione futura, e le conseguenze delle azioni in questa prima avventura avranno forti ripercussioni negli episodi successivi. Si vive sul sottile ma azzeccato filo degli equivoci culturali, che ha permesso di ricreare gag irresistibili, grazie alle quali il protagonista, dapprima incredulo, riesce in qualche modo a "sopravvivere" in un mondo non suo, fino all'agognato ritorno a casa, su un innesco di suspense che si crea nello straripante finale. La regia non sbaglia un colpo, rendendo l'ottima sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Robert Zemeckis con Robert Gale un riuscito e avvincente mix di azione e commedia, supportato dalla celebre colonna sonora di Alan Silvestri. Ottimo anche il comparto scenografico e relativo ai costumi, che riesce a trasportare nell'America all'apparenza sognante e ingenua dei Fifties, ma che in verità partorisce già i primi moti di, sotterranea, ribellione. Niente poi sarebbe stato uguale senza i due principali interpreti di quest'epopea cinematografica: impossibile non rimanere conquistati dalla folle simpatia di uno scoppiettante Christopher Lloyd (nel ruolo più importante della sua lunga carriera) e di un giovane Michael J. Fox. Un magico viaggio all'indietro, nel futuro, per chi ha sempre voglia di sognare con un occhio rivolto al passato.


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