Il regista carioca Walter Salles (Central do Brasil, I diari della motocicletta) con il suo nuovo film Io sono ancora qui, in uscita nelle nostre sale il prossimo 30 gennaio, ci porta direttamente nell’inferno della dittatura militare brasiliana, conosciuta con il nome di “regime dei gorillas”.
Di che cosa parla il film di Walter Salles
Gli anni che vanno dal 1964 al 1985 hanno rappresentato, per il grande paese latino-americano, uno dei periodi più bui della sua storia, caratterizzato da un regime dittatoriale fra i più duri e repressivi del continente pari, per brutalità, a quelli cileno e argentino, anche se meno conosciuto di questi.
Salles ce lo descrive attraverso la messa in scena di una storia vera, quella dell’ingegnere ed ex deputato del partito laburista Rubens Paiva (Selton Mello) e della sua famiglia composta dalla moglie Eunice (Fernanda Torres, vincitrice del Golden Globe) e dai loro cinque figli Veronica, Nalu, Eliana, Marcelo e Babiu.
La vicenda prende l’avvio nel 1970 mostrandoci le immagini di una famiglia serena, le giornate estive passate sulla spiaggia di Rio, nuotando e giocando a pallone, con un padre e una madre affettuosi e attenti alle esigenze dei propri figli.
Una apparente serenità che stride con la preoccupante situazione politica del paese, stretto nella morsa della feroce dittatura. Infatti Rubens ed Eunice, preoccupati per la primogenita Veronica simpatizzante dei movimenti studenteschi, la costringono ad andare a Londra, presso parenti, per evitarle il peggio. Cosa che accade nel momento in cui Paiva, vicino alla resistenza brasiliana, viene prelevato nella propria casa da uomini della milizia del regime e portato via con la scusa di essere sottoposto a un interrogatorio.
Anche Eunice viene arrestata e tenuta segregata per parecchi giorni in uno dei tanti luoghi in cui i militari brasiliani torturavano e uccidevano le loro vittime. Quando fa ritorno a casa Eunice inizia ad aspettare il ritorno del marito, del quale non si hanno notizie, sino a quando non si renderà conto che quel ritorno, atteso con ansia, non ci sarà mai.
Comincia così per la donna una nuova vita lontana da Rio, fra mille difficoltà e ristrettezze economiche. Si trasferisce con i figli a San Paulo, riprende gli studi di giurisprudenza abbandonati anni prima, laureandosi e intraprendendo la carriera di avvocato per dedicarsi alla causa dei nativi, lottando al loro fianco contro l’espropriazione violenta delle loro terre.
Il film di Walter Salles è un racconto della dittatura brasiliana
Con Io sono ancora qui Walter Salles realizza un ottimo film di impegno civile. Mostra la grande forza di una donna che, di fronte alle avversità, è riuscita a mantenere intatta la propria dignità, sacrificandosi e lottando in prima persona contro le ingiustizie sociali.
Una regia attenta e l’ottima sceneggiatura realizzata a partire dall’autobiografia del figlio di Rubens ed Eunice Marcelo, permettono a Io sono ancora qui di non scadere mai nel melodramma.
Il risultato è un’opera che muove i primi passi all’interno delle dinamiche di un singolo nucleo familiare per poi aprirsi su un’intera nazione e sul mondo, raccontando la storia di un paese e lanciando un monito contro ogni forma di autoritarismo.
Titolo originale: Ainda estou aqui
Genere: drammatico, storico
Paese, anno: Brasile/Francia, 2024
Regia: Walter Salles
Sceneggiatura: Heitor Lorega, Murilo Hauser
Fotografia: Adrian Teijido
Montaggio: Affonso Gonçalves
Interpreti: Fernanda Montenegro, Fernanda Torres, Selton Mello
Colonna sonora: Warren Ellis
Produzione: MACT Productions, RT Features, VideoFilmes
Durata: 135'