Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma nel 2024, Leggere Lolita a Teheran è tratto dall’omonimo romanzo di Azar Nafisi, che parla del cambiamento dell’Iran dopo la rivoluzione islamica e in particolar modo di come la vita e la situazione delle donne sia cambiata da un giorno all’altro. È una storia sull’amore per i libri e per la libertà .
Azar e suo marito tornano in Iran dall’America, dopo che la rivoluzione islamica ha preso il potere, sperando di trovare un paese liberato e più aperto agli ideali iraniani e islamici.
Azar, professoressa di letteratura americana all’Università di Teheran, fin dal principio troverà sempre più difficile insegnare la sua materia.
Molti dei suoi alunni sono fondamentalisti e cercano in ogni tipo di libro ed espressione umana ciò che la dottrina islamica insegna. Finchè anche i romanzi americani vengono vietati e Azar deve lasciare l’Università . Ma non solo, deve per forza indossare il velo e lo chador e non può più uscire liberamente di casa: a perseguitarla c'è la minaccia del carcere.
Depressa e senza più riconoscere il mondo che le apparteneva, Azar decide di iniziare un seminario con le sue ex alunne dove parlare liberamente dei romanzi americani ed europei che tanto le appassionano. L'appuntamento diventa un luogo dove essere finalmente libere: togliere il velo per qualche ora a settimana, ritrovare il piacere di truccarsi e mettere gioielli; ma soprattutto un luogo dove poter parlare liberamente delle proprie storie personali attraverso i libri.
Il film, come il libro, è diviso in parti, in base ai libri che vengono letti durante gli avvenimenti narrati. C’è ovviamente Lolita di Nabokov, ma anche Il Grande Gatzby di Francis Scott Fitzgerard, Daisy Miller di Henry James e Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
È scontato dirlo ma mai veritiero come il questo caso: il libro è meglio del film.Â
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La pellicola presentata al Festival di Roma tralascia e dà troppe cose per scontate, rendendo l''intreccio eccessivamente leggero e veloce. Un esempio: quando le ragazze iniziano il seminario, il film non restituisce al meglio il rischio e la pericolosità di ciò che stanno facendo. In un paese dove anche solo canticchiare può farti finire il carcere a vita, loro tutte cantano e ballano con serenità .
Il bello e il brutto del seminario è proprio questa oscillazione tra libertà e pericolo,  tra una attività illegale che in verità è normalissima. È facile, a volte, dimenticarsi quello che le ragazze potrebbero rischiare ma, proprio per questo, è importante non scordarselo.
Leggere Lolita a Teheran non è un film mal realizzato, anzi, è  piacevole; ma una storia così profonda, densa e potente, si meritava almeno una mezz’ora in più di minutaggio, se non 1 ora in più, poiché molto viene sacrificato, troppo. Alcuni personaggi sono cambiati e semplificati, le stesse ragazze protagoniste risultano piatte, senza sfaccettature utili a identificarle non come personaggi immaginari, ma come donne in carne ed ossa. Sì, perché la storia narrata da Azar è una storia vera.
Ultima nota stonata: la rappresentazione di Yassi. Nel romanzo è il personaggio più solare del gruppo ed è anche grassa: perché, allora, nel film hanno deciso di rappresentarla magra? Sarebbe stato bello, invece, rappresentare un microcosmo di donne più variegato e sfaccettato e soprattutto veritiero.Â
Leggere Lolita a Teheran poteva davvero essere una grande opera, invece il risultato è il solito filmetto veloce che non verrà ricordato. Fidatevi: leggete il libro, non ve ne pentirete.
Genere: biografico, drammatico, storico
Titolo originale: Reading Lolita in Teheran
Paese, anno: Italia/Israele, 2024
Regia: Eran Riklis
Sceneggiatura: Marjorie David
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Arik Lahav-Leibovich
Interpreti: Golshifteh Farahani, Zar Amir, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar.
Colonna sonora: Yonatan Riklis
Produzione: Minerva Pictures, Rosamont, Rai Cinema
Distribuzione: Minerva Pictures
Durata: 108'