Che la Casa delle Idee sia in crisi è un dato di fatto, dal momento che i film usciti negli ultimi due anni non sono stati accolti con lo stesso entusiasmo di prima. Analogo discorso si può fare anche per le numerose serie tv, spesso non all’altezza delle aspettative né dei fan, né tantomeno della critica.
The Marvels non fa eccezione, a partire dalla complessa base con cui lo spettatore si deve presentare in sala per poter fruire al meglio della pellicola: non viene spiegato nulla, nemmeno per sbaglio, a parte sporadiche righe di dialogo gettate qua e là tra infinità di siparietti che oscillano tra il fastidioso e lo stucchevole.

Per riuscire a comprendere almeno le motivazioni dei personaggi (parliamo della base di una qualsiasi narrazione) è necessario non solo conoscere Captain Marvel, di cui questo film in teoria sarebbe il sequel, e avere un’infarinatura generale del MCU; occorre anche aver visto almeno tre delle serie tv prodotte da Marvel e approdate su Disney+.
La prima è WandaVision, che ci racconta di come Monica Rambeau acquisisce i suoi poteri e diventa un’agente della SWORD. La seconda è Ms Marvel, che introduce il personaggio di Kamala Khan, sedicenne del New Jersey che, grazie a un bracciale magico ereditato dalla nonna, è in grado di “solidificare” lo spettro luminoso. Infine Secret Invasion, che ci racconta cosa è accaduto a Nick Fury, dato che in questo film lo troviamo a orbitare in una stazione spaziale dopo essere sparito per parecchi anni dalla Terra.
Non è una cosa banale se si decide di pagare il prezzo del biglietto convinti di guardare “solo” il sequel di un film, il che apre anche un dibattito riguardante il target a cui la pellicola è rivolta. Sicuramente un pubblico femminile, dotato di un' accurata conoscenza del MCU (a differenza di Wonder Woman che puntava sì sulla girl-power, ma non pretendeva che le spettatrici dovessero conoscere 32 film e 17 serie tv per godersi 2 ore d’intrattenimento!).



Inoltre il tutto risulta ancor più frustrante dal momento che la pellicola in questione non è esattamente esaltante. Di questo sono perfettamente consci anche i propri creatori, dato che che nel trailer finale, lanciato una manciata di giorni dall’uscita in sala, tutto l’appeal viene puntato sull’effetto nostalgia per personaggi che non sono nemmeno presenti nel film.
Su 2 minuti di trailer, per più di un quarto del tempo ci sono Iron Man, Captain America e Thanos, ovvero i fasti del passato, quando l’universo Marvel suscitava eccitazione e aveva ancora qualcosa da dire. Non è proprio un buon biglietto da visita.

A causa di un cortocircuito di poteri, Captain Marvel, Ms Marvel e Monica Rambeau entrano in contatto tra loro.
Dovranno imparare a cooperare se vogliono sconfiggere Dar-Benn, leader di una fazione Kree intenzionata a distruggere la Terra e tutto ciò che Captain Marvel ha di caro.

Giunti al 33esimo film, solo da questa breve sinossi si è in grado di capire che la Marvel ci sta presentando la solita minestra riscaldata.
Varia solo qualche elemento e, in questo caso, punta tutto su un super team al femminile (anche se Birds of Prey è di 3 anni fa...). Le idee, insomma, restano fuori dal processo creativo.

Parliamo di un film il cui concetto di “idea” è far atterrare le protagoniste su un pianeta dove l’elemento alieno è rappresentato dal fatto che i suoi abitanti comunicano solo cantando e ballando. Il che trasforma tutto per 10 minuti in uno strano ibrido tra un live-action Disney e un film di Bollywood uscito male.
Un'altra idea? Decuplicare l’effetto sorpresa di Goose (il gatto alieno a cui escono tentacoli dalla bocca, in grado di inghiottire ogni cosa) facendolo figliare e ingerire un intero equipaggio. Un colpo di genio ancora? Per caratterizzare la famiglia islamica di Khan, fare loro dire “Allah” una volta ogni tre battute: si fa di tutto per evitare lo stereotipo, e poi questo è il massimo che arriva in sala?

Un altro problema (non nuovo per la Marvel, anzi) è il villain, che praticamente è messo a fuoco solamente con il pretesto di "tu hai distrutto il mio mondo, io distruggerò il tuo”. Davvero: a confronto di Dar-Benn il tanto bistrattato Malekith di Thor – The dark world sembra uscito da una tragedia shakesperiana!
Quando anche ci sono delle idee che possono risultare valide - come il fatto che, nella prima parte del film, le protagoniste si switchino tra di loro usando i rispettivi poteri - queste vengono penalizzate dalla regia maldestra di Nia DaCosta. Sotto questa direzione fiacca, l’azione si appiattisce sino a diventare uno dei tanti siparietti di cui si parlava all’inizio.

Ma The Marvels ha anche delle note positive. La durata, per esempio: con i suoi 115 minuti è tra le pellicole più corte dell’intero Marvel Cinematic Universe! Almeno così il supplizio dello spettatore rimane contenuto.

Genere: action, cinecomic, fantascienza
Titolo originale: The Marvels
Paese, anno: USA, 2023
Regia: Nia DaCosta
Sceneggiatura: Elissa Karasik, Megan McDonnell, Nia DaCosta
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Catrin Hedström, Evan Schiff
Interpreti: Anastasia Zabarchuk, Brie Larson, Caroline Simonnet, Colin Stoneley, Emily Ng, Iman Vellani, Jessica Zhou, Jonathan Cope, Kamara Benjamin Barnett, Kei Ichimura, Kenny-Lee Mbanefo, Luke Dixey, Michael Oladele, Mohan Kapoor, Park Seo-joon, Saagar Shaikh, Samuel L. Jackson, Teyonah Parris, Tony McCarthy, Vinod Dhawale, Zawe Ashton, Zenobia Shroff
Colonna sonora: Laura Karpman
Produzione: Marvel Studios
Distribuzione: Disney Pictures
Durata: 105'
Data di uscita: 09/11/2023