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The Bear, la recensione della stagione 2 (2023): quando la seconda stagione supera la prima

30/01/2024 15:58

Samantha Ruboni

Recensione Serie TV, Di Tendenza, Disney+, Disney, Serie Tv USA, Serie Tv Commedia, Jamie Lee Curtis, Olivia Colman, Jeremy White, Ebon Moss-Bachrach, FX, The Bear ,

The Bear, la recensione della stagione 2 (2023): quando la seconda stagione supera la prima

Con la seconda stagione The Bear spicca ancora di più il volo con una scrittura più matura e maggiore centralità ai personaggi secondari.

 

Con la seconda stagione The Bear spicca ancora di più il volo con una scrittura più matura e maggiore centralità ai personaggi secondari.

Fin dai primi minuti del primo episodio della stagione 2 di The Bear capiamo subito che il protagonista della stagione non è più Carmy: l’attenzione si è spostata verso i componenti della sua brigata. In primis il cugino, Richie, e poi Sydney, Sugar, Marcus e Tina. 

 

The Beef non esiste più e si sta trasformando nel sogno di Carmy: il ristorante stellato The Bear.

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Ma per aprire un ristorante di un certo livello, anche il personale deve essere all’altezza: è così che Carmy manda ogni componente della brigata in posti che hanno avuto un ruolo decisivo nella sua formazione. Marcus va a Copenaghen, Richie a Chicago da Ever, Tina in una scuola per chef. Intanto Sydney fa ricerche per il nuovo menù, assaggiando i piatti dei ristoranti limitofri che, a causa del Covid, cominciano a chiudere uno dopo l’altro. Menre Sugar prende in mano la gestione e l’amministrazione del manicomio che era The Beef, per poterlo trasformare nel posh The Bear.

E se i suoi colleghi lavorano sulla professionalità, Carmy diventa sempre più umano: si innamora, dimentica le cose, non cerca più la perfezione e il ristorante diventa, per lui, non più la vita ma solo un lavoro.

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È interessante vedere come il protagonista in questa seconda stagione divenga sempre più trasparente: esattamente come abbandona il ristorante, abbandona anche la serie. E questo è un bene, ciò che permette a dei personaggioni di avere finalmente il loro spazio: a iniziare da Richie.

The Bear: ogni secondo conta

:Se c’è una puntata davvero bellissima è la 2x07, Forks (Forchette), dedicata al cugino Richie, interpretato da un pazzesco Ebon Moss-Bachrach. Di Richie avevamo già parlato nella recensione della prima stagione, individuandolo come uno dei personaggi migliori della serie: qui finalmente vediamo, nel giro di un minutaggio breve, quasi come se fosse un cortometraggio, la sua evoluzione. Da casinista a perfetto mètre.

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Quando Carmy lo manda da Ever, il ristorante 3 stelle Michelin dove lavorava, Richie è molto scettico e pensa sia una punizione per allontanarlo dal ristorante (soprattutto perché il lavoro da stagista consiste nel svegliarsi all’alba per pulire e lucidare delle forchette). Quindi all’inizio sembra una vera e propria punizione che Carmi gli vuole infliggere per il suo modo di gestire The Beef. Ma quando scopra la cura che il ristorante dedica al cliente, capisce il perché del suo lavoro e il perché del lucidare forchette. Cambia così completamente atteggiamento e impara disciplina, umiltà e ordine. 

Richie in pochissimo tempo riesce a togliersi la maschera da maschio tossico che ha dovuto portare per anni, per abbracciare la sua nuova natura, più consona al suo Io nascosto. 

 

Ha ora trovato il suo scopo. Ed il finale di puntata il vero e proprio punto di svolta per Richie, dove la chef (un super cameo di Olivia Colman) lo illumina in un monologo potentissimo destinato a rimanere vivido nella mente degli spettatori.

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La puntata migliore di The Bear nel caos del Natale

Altro episodio che entrerà nella storia delle serie tv è sicuramente il numero 2x05, Fishes (Pesci). Un flashback che riporta a 5 anni prima, quando The Beef stava per essere aperto: vediamo la famiglia Berzatto unita in un natale casalingo, anche se “unita” è in realtà una parolona.

Per quanto questa stagione sia molto più calma rispetto alla prima in questo episodio - e praticamente solo in questo - riusciamo a tornare ai mix di caos, ansia, voltastomaco e vertigini della season 1. Lo sappiamo tutti che le feste sono stressanti per tutti, ma nessuno batte i livelli della famiglia Berzatto. 

La famiglia si ritrova a festeggiare il Banchetto dei Cinque Pesci, una tradizione italoamericana che si celebra la vigilia di Natale. La puntata arriva dopo l'episodio Pop, dove Carmy va a una festa di liceali con Claire e capisce che forse può avere qualcosa di semplice e puro; episodio calmo e tranquillo, che sembra un filler, persino poco importante per la narrazione. E invece la successione di queste due puntate è importantissima: comprendiamo i sentimenti di Carmy in contrapposizione all'entropia in cui Carmi ha sempre vissuto.

La puntata 2x07 è un vero e proprio salto in questo caos:  succede di tutto, ma non si capisce cosa, perché tutti urlano, litigano e bevono in continuazione senza davvero ascoltare l’altro… ma pretendendo che tutti ascoltino. Fishes è una puntata da vertigini e da nausea per il troppo: troppa gente, troppe urla, troppe emozioni, troppo cibo, troppe sigarette, troppi sentimenti, troppi avvenimenti.

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Ed è questo episodio che ci fa capire da che cosa Carmi stava scappando da tutta una vita: da una madre depressa e alcolizzata (altra super ospitata, Jamie Lee Curtis), da una famiglia che non si ascolta e dove tutti sono terribilmente disturbati. Una vera e propria sessione di terapia di famiglia, però senza terapista, e infatti il finale non può che essere disastroso. Episodio magistrale di cui si parlerà a lungo.

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Personaggi femminili a confronto: Sydney e Claire

I due personaggi femminili di questa stagione sono Sydney e Claire, che non potevano essere più diversi. Sydney è risoluta, indipendente, sa il fatto suo. Claire invece la possiamo definire il solito personaggio femminile scritto da un maschio: la donna che deve salvare il protagonista.

Uno standard nella scrittura dei personaggi femminili (la salvezza, la donna angelo di Dante…ma davvero, siamo ncora qui?) che in una serie tv di così alto livello non ci meritavamo. 

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Piccoli difetti a parte, la seconda stagione di The Bear è talmente sfaccettata e intrigante da riuscire nell'impresa - che sembrava impossibile - di superare la prima, migliorandosi e rendendo di spessore anche i personaggi meno importanti. Successo di pubblico e cascata di premi per una serie già iconica, di cui attendiamo con ansia la terza stagione in arrivo nel 2024.

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