Lampedusa come lente d’ingrandimento sul mondo, centro nevralgico di un tema che continua ad animare, quotidianamente, il dibattito politico e a scuotere – per quanto possibile – le coscienze della collettività . La questione dell’immigrazione e dello sbarco di migranti nel nostro Paese viene affrontata con garbo e profondità da Maurizio Zaccaro che, attraverso la professionalità e l’intensità di Sergio Castellitto, restituisce la parabola storico-sociale di Pietro Bartolo, il medico che aiuta i migranti a Lampedusa non appena mettono piede (quando ci riescono) sull’isola.Â
L’uomo, nella fattispecie, prende a cuore il caso di Nour: una bambina siriana rimasta senza mamma. Da qui parte un racconto nel racconto che illustra – scena dopo scena – una guerra tra poveri con al centro due temi, in particolare: l’intolleranza della collettività e la disillusione di anime senza patria costrette a reinventarsi un’esistenza dopo una traversata con più rischi che aspettative.Â
Nour è il prodotto di un progetto editoriale (Lacrime di sale) che non vuole fare altro se non cercare di sensibilizzare un tema dibattuto e, talvolta, bistrattato dalle varie parti in commedia. Stavolta, la commedia lascia il posto alle emozioni: tante, troppe, per cercare di stilare una lista ponderata di priorità . Nour arriva come un pugno nello stomaco, ponendoci di fronte al non detto e non scritto per avere l’artificio visivo – e inevitabilmente brutale – come sola possibilità d’indagine, rimettendo al centro un uomo senza apparentemente più nulla disposto ancora a dare tutto per i suoi pazienti. La certezza di essere una goccia nel mare delle possibilità , nel corso del girato, emerge grazie alla caducità degli eventi: imponderabili e ripetitivi in egual misura; capaci di dimostrare quanto persino i gesti più scontati, in certe situazioni, hanno un valore profondo con cui fare i conti. Nour è un attacco non violento al qualunquismo, volto a etichettare le persone come numeri, coltivando la pretesa (possibile) di spiegare che ognuno c’è un mondo da scoprire e custodire, fatto di esigenze e priorità .Â
È un film, Nour, che prende il mare e la sua profondità come pretesto per scrutare – silenziosamente – il vissuto di una collettività (quella lampedusana e più ampiamente italiana) che si ritrova a dover fronteggiare un fenomeno incontrovertibile come quello degli sbarchi che, però, finisce per mettere a nudo le intransigenze di coloro che scambiano i reduci con i parassiti, gli afflitti con gli opportunisti, i sopravvissuti con i potenziali despoti.Â
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Quest’opera è, senza dubbio, un importante tassello verso il riscatto del cinema etico che attraverso umiltà , caparbietà e franchezza riesce a far emergere ferite ancora aperte di un’isola che, oggi più che mai, diventa lo specchio di un Paese pronto – nonostante tutto – all’accoglienza piuttosto che al respingimento. Anche grazie a persone come Pietro Bartolo che, laddove altri vorrebbero innalzare muri, riescono ancora a vedere possibilità e speranze di un futuro dai risvolti spesso imponderabili. Sorretto, il più delle volte, esclusivamente dalla tenacia di un giuramento fatto prima a sé stessi e poi agli altri: lasciare ai posteri un mondo migliore dove essere fragili sia un’eventualità  anziché una colpa.
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Genere:Â drammatico
Titolo originale:Â Nour
Paese/Anno: Italia, 2019
Regia:Â Maurizio Zaccaro
Sceneggiatura: Maurizio Zaccaro, Monica Zapelli
Fotografia:Â Fabio Olmi
Montaggio:Â Paola Freddi
Interpreti: Sergio Castellitto, Linda Mresy, Miloud Mourad Benamara, Raffaella Rea, Thierry Toscan, Valeria D'Obici
Colonna sonora: Maurizio Zaccaro, Alessio Vlad
Produzione:Â Stemal Entertainment, Ipotesi Cinema, Rai Cinema
Distribuzione:Â Vision Distribution
Durata:Â 93'
Data di uscita: 10/08/2020
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