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Sense8 - Stagione 1

03/05/2017 11:00

Francesca Solazzo

Recensione Serie TV,

Sense8 - Stagione 1

Nel 2015 è Sense8, nuovo piccolo gioiello dei fratelli Lana Wachowski e Lilly Wachowski, a presentare Netflix al pubblico italiano...

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Nel 2015 è Sense8, nuovo piccolo gioiello dei fratelli Lana Wachowski e Lilly Wachowski, a presentare Netflix al pubblico italiano. I Bros avevano in cantiere l’idea di creare una serie televisiva già da molto tempo, con il dichiarato intento di ripetere nel mondo della fiction quella che nel cinema era stata la novità di Matrix. Si servono così della collaborazione di Joseph Michael Straczynski, il padre di Babylon 5, loro mentore televisivo. Il trio decide di focalizzarsi sull’evoluzione umana e sullo sviluppo dell’empatia come diretta conseguenza dell’evoluzione, prendendo come esempio otto persone diverse per cultura, orientamento sessuale, fede religiosa, nazionalità, professione, con lo scopo di creare una rete di collegamenti “sensitivi” che abbattano la barriera dello spazio-tempo. Lo stesso titolo Sense8 è l’unione della parola “sensate” e “eight”. Stando alle intenzioni degli autori, la serie è stata concepita per sviluppare una storia distribuita su cinque stagioni.


Connessioni


La prima stagione, composta da 12 episodi, è stata pubblicata il 5 giugno 2015 sulla piattaforma digitale. Otto personaggi, tra loro sconosciuti, di diversi luoghi e culture del mondo, sono tra di loro connessi: un poliziotto, un deejay, una blogger transessuale, un attore messicano gay, una farmacista, una donna d’affari, un autista e un criminale. A causa della morte di una donna sconosciuta le loro vite si intrecciano. I dodici episodi sono girati tra Regno Unito, Seoul, Mumbai, Nairobi, Berlino, Città del Messico, San Francisco e Chicago. Iniziano con la morte di Angelica, la metaforica “madre” degli otto, interpretata da Daryl Hannah. Connessi mentalmente e, quasi, fisicamente, da questo avvenimento improvviso ritroviamo Nomi (Jamie Clayton), una blogger transessuale di San Francisco (che Lana Wachowski ha particolarmente contribuito a caratterizzare, data la sua personale trasformazione da uomo a donna); Will (Brian J. Smith), un poliziotto di Chicago; Lito (Miguel Ángel Silvestre), un messicano che recita in una telenovela nascondendo la sua identità omosessuale; Riley (Tuppence Middleton), una dj islandese; Sun (Bae Doona), coreana in carriera; Kala (Tina Desai), farmacista indiana; Wolfgang (Max Riemelt), un malvivente di Berlino; Capheus (Aml Ameen), autista di Nairobi con un nome tratto dalla mitologia greca tanto cara ai fratelli cineasti. Mentre cercano di scoprire, disorientati, il significato delle loro percezioni extrasensoriali, gli otto protagonisti iniziano a interagire a distanza tra di loro e si trovano mentalmente ed emotivamente connessi. Nell’attesa di capire perché questo è accaduto e che cosa significhi per il futuro dell’umanità, Jonas (Naveen Andrews) un uomo molto potente, cercherà di riunirli mentre un altro, Mr. Whispers (Terrence Mann), dà loro la caccia per ucciderli.


Una serie collettiva


Una delle specifiche stilistiche della serie sta nella realizzazione a più mani di ogni episodio, accreditato alla regia dei Bros e a quella di una altro regista (anche se la direzione sul set viene suddivisa in base alle location e non all’episodio in senso stretto), responsabile dell’aria assegnata. L’australiano James McTeigue, storico collaboratore e applaudito regista di V per Vendetta, cura la direzione in Messico, India e a Reykjavík; Tom Tykwer, tedesco, regista tra l’altro di Profumo - Storia di un assassino e poi curatore della sceneggiatura e co-regia di Cloud Atlas (film molto in sintonia con Sense8), ha seguito i set di Berlino e Nairobi; Dan Glass, già supervisore degli effetti visivi in diversi film dei Wachowski, è responsabile delle scene girate a Seoul e anche degli effetti visivi dell'intera serie. I Bros curano da subito la regia sui set di Chicago e San Francisco, per poi recuperare anche quella di Londra e Islanda, alleggerendo Straczynski di un po' di lavoro, in vista dell'ingente post-produzione. Tom Tykwer e Johnny Klimek sono autori della magnifica colonna sonora, orchestrata da Gene Pritsker. Le musiche sono state registrate presso l’orchestra sinfonica della Mitteldeutscher Rundfunk dove nel decimo episodio (1x10 What Is Human?) il padre di Riley, pianista, accompagna i protagonisti in un viaggio nel passato, alla riscoperta del momento della loro nascita, contemporanea a tutti gli otto. A sovrastare tutto il lavoro c’è John Toll, direttore della fotografia, già visto in Vanilla Sky di Cameron Crowe e - ancora - in Cloud Atlas. Artista visionario, già i suoi opening credits lasciano lo spettatore a bocca aperta, con un caleidoscopio di colori e immagini coloratissime: pezzetti di storie prese da ogni angolo del mondo, interscambiabili come saranno le vite dei protagonisti.


What’s going on?


Qualche pecca c’è, anche in questo primo lavoro per la tv degli eccentrici Wachowski. La serie parte piano, con i primi tre episodi - molto lenti - che non lasciano presagire l’andamento vorticoso della vicenda. Il pilot, Limbic Resonance (della durata di un’ora) introduce il cast, ognuno nella propria specificità: vediamo il tedesco al funerale di un membro della sua famiglia malavitosa; la dj sballata tra locali e after party; il poliziotto in una giornata tipo. Nella 1x02 I Am Also A We si prosegue con le prove del matrimonio di Kala, in puro stile Bollywood, con balli, abiti e tradizionali cerimonie: le scene hanno dei forti colori rossi, caldi, tipici dell’India più folkloristica, di cui sembra di sentire l'odore di spezie. Nelle scene a Berlino, grigie e asettiche, primeggia invece la figura di Wolfi: la sensazione, nell'accostamento di queste ambientazioni, è di totale spaesamento. Sul finale del terzo episodio (1x03, Smart Money's on the Skinny Bitch) si inizia a intravedere un po’ di azione, con il poliziotto Will che si ritrova sul terreno sterrato di Nairobi nelle vesti di Capheus: a strapparlo da morte certa, per mano di un branco armato fino ai denti, è l'arrivo Sun, direttamente da un incontro di arti marziali in Corea.


L’episodio musical 1x04 What’s going on è una vera perla, il punto di inizio dell’intersezione cosmica nel gruppo, forse il vero incipit drammaticamente inteso. Wolfi canta in una karaoke, mentre Kala dalla sua terrazza in fiore lo “raggiunge” nel locale e entrambi si ritrovano a saltellare sul letto della stanza di lei a Bombay; Lito e Hernando canticchiano abbracciati nella loro stanza da letto in Messico mentre Sun sussurra sotto la doccia e Capheus alla guida in suo pullman; Will (in ufficio) e Nomi (in ospedale) progettano la fuga e, dopo l’attuazione del piano, la donna si ritrova accovacciata su una piazzola islandese all’alba con Riley. Cominciano da qui a delinearsi meglio anche i rapporti di coppia, con l’affiatamento sempre più palese tra Kala e Wolfi, Will e Riley. La componente sessuale è molto esplicita nella serie, con effusioni e carezze mai trascurati che riscaldano l’atmosfera familiare delle coppie di Nomi e Amanita, Lito e Hernando. Nell’episodio 1x06, Demons, i protagonisti si ritrovano in una "maxi orgia" pittoresca (esteticamente impeccabile), con la partecipazione sensoriale di Will e Wolfi: bilanciata dall’utilizzo di specchi, luci tenui e atmosfere limpide (la sauna tedesca, il baldacchino messicano, la palestra del poliziotto, la stanza da letto dell’hacker) è un atto di amore e passione da ogni angolazione. Pochissime serie sono riuscite nell’intento di rendere certe particolari relazioni dense di empatia, senza scadere nella rozzezza esasperata.


Intanto le vicissitudini dei sensate si fanno sempre più intrecciate nelle loro interconnessioni. We will all be hudged by courage of our hearts, ottavo episodio, mostra la famosa scena adrenalinica della fuga di Nomi. Perseguitata dagli agenti del villain Whispers, la trans si getta giù dall’appartamento della compagna, inseguita e senza scampo, sino all’appello telepatico agli altri del gruppo, con una dormiente Sun in cella a Seoul che si libera facilmente dalle strette delle guardie sotto le direttive del poliziotto Will, così da permettere la fuga di Nomi in bici, aiutata provvidenzialmente dall’autista Capheus “Van Damme”, che ha potuto realizzare il suo sogno di emulare l’idolo alla guida.


Evolution is coming


Lo scioglimento nell’epilogo non avviene. Un po’ affrettato e confusionario, tutti i personaggi sono riuniti nella fuga in vista di una nuova prossima avventura. Probabilmente gli autori avranno preferito mantenere una posizione controllata per non spoilerare circa i destini dei sensate, ma così facendo molte sottotrame sono rimaste incompiute. Come finirà tra le coppie appena nate? I cattivi riusciranno a stanarli e estirpare la nuova covata di empatici? Le loro vite rientreranno nei binari dell’ordinarietà? Nonostante queste domande senza risposta, Sense8 è una prima visione straordinaria, a livello visivo come in quello narrativo. Il giusto mix di risate, azione, dramma. E le location mozzafiato, ma - soprattutto - i personaggi ritratti nei rispettivi ambienti sono lo specchio vivente di come diverse culture, quando l’evoluzione ce lo permetterà, saranno una miscela esplosiva a prova di qualsiasi cospirazione.


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