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Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

18/10/2009 11:00

Vito Sugameli

Recensione Film,

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Terry Gilliam è un regista poco arriso dalla fortuna: i problemi produttivi legati a Don Chisciotte e Le avventure del barone di Munchausen sono esempi eclatant

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Terry Gilliam è un regista poco arriso dalla fortuna: i problemi produttivi legati a Don Chisciotte e Le avventure del barone di Munchausen sono esempi eclatanti che ne testimoniano la sua malasorte, ma anche la sua perseveranza. Essere un artista significa anche questo: fare arte con i mezzi che la stessa arte mette a disposizione. Con Parnassus – L'uomo che voleva ingannare il diavolo, fatalità vuole che Heath Ledger muoia, per un'overdose di farmaci, durante le riprese. Per Terry è una doppia tragedia: piange un amico e si trova un film compiuto a metà. Nei giorni successivi rielabora la sceneggiatura modificando il ruolo del personaggio interpretato da Ledger e, grazie all'aiuto di tre stelle di Hollywood quali Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law, il film riacquista vigore.


Il Dottor Parnassus (Christopher Plummer) è un uomo particolare; egli è immortale, e deve questa sua dote al conseguimento di un patto stipulato col faustiano Mr. Nick (Tom Waits). Col suo carrozzone malandato, gira per le strade alla ricerca di un pubblico per il suo spettacolo itinerante. Uno specchio è tutto quello che offre. Accompagnato dal piccolo Percy (Verne Troyer), dallo sbadato Anton (Andrew Garfield) e dalla figlia Valentina (Lily Cole), una notte qualunque salva la vita ad uno sconosciuto, il cui nome ricorderà solo dopo qualche giorno. Tony (Health Ledger), per sdebitarsi, allontanerà Parnassuss e sua figlia dalle insidie del diavolo, quell'ambigua figura che si nutre di patti arguti e provocatori. Ma nulla – nell'immaginario di Gilliam – è come sembra.


Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo è un sensazionale ed immersivo viaggio all'interno dell'immaginazione. Le creazioni visionarie sorprendono e occultano qualsivoglia senso critico creando dei giochi interpretativi ammalianti, insieme maturi e infantili. I riferimenti biblici (la creazione), filosofici (l'esistenzialismo sartriano) e psicologici si celano dietro maschere, frasi e azioni dei personaggi, mentre colori e soluzioni visive sprizzano ingegno da ogni inquadratura. Ma la storia, contrariamente agli imput offerti, trova a stento la forza di contenere la strabordante energia immaginifica dell'autore. Si presume che la morte di Ledger abbia influito pesantemente sull'economia narrativa, ed anche per questo motivo andrebbe apprezzato lo sforzo del regista di portare a compimento l'ultima interpretazione dell'attore prematurmente scomparso. Eppure si ha come l'impressione che Gilliam abbia sfruttato l'espediente figurativo per celare delle carenze contenutistiche altrimenti evidenti. Parnassus diviene così l'uomo che, ancor prima di truffare il diavolo, tenta di ingannare lo spettatore. Il trucco è stato svelato, la magia è venuta meno ma l'esperienza, comunque sia, non si dimentica.


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