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Lee Miller (2023), recensione: il biopic con Kate Winslet sulla fotoreporter che raccontò la Shoah

07/03/2025 23:06

Giorgia Fanari

Recensione Film, Film Regno Unito, Film Biografico, Kate Winslet, Josh O'Connor, Marion Cotillard, Ellen Kuras,

Lee Miller (2023), recensione: il biopic con Kate Winslet sulla fotoreporter che raccontò la Shoah

Dal 13 marzo arriva nei cinema italiani Lee, il biopic diretto da Ellen Kuras e interpretato da Kate Winslet nei panni della fotografa Elizabeth “Lee” Miller.

Dal 13 marzo arriva nei cinema italiani Lee, il biopic diretto da Ellen Kuras e interpretato da Kate Winslet nei panni della fotografa Elizabeth “Lee” Miller. Prodotto dalla stessa Winslet, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival nel settembre 2023 e distribuito a partire da settembre 2024, conquistando anche una candidatura ai Golden Globe per la miglior attrice in un film drammatico.

Di che cosa parla Lee

Basato sul libro The Lives of Lee Miller scritto dal figlio Antony Penrose, il film racconta parte della storia di Lee Miller: prima fotomodella di successo e poi fotoreporter, durante la Seconda Guerra Mondiale è corrispondente di guerra per Vogue e – unica fotografa donna – documenta eventi come il bombardamento strategico della Battaglia d'Inghilterra, la liberazione di Parigi e, in particolare, i campi di concentramento di Buchenwald e Dachau. 

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Le sue fotografie, che raccontano la brutalità e la sofferenza della guerra, sono diventate testimonianze storiche fondamentali della Shoah.

Nel film, la storia di Lee Miller viene raccontata attraverso uno dei più classici espedienti narrativi dei biopic: un'intervista. Niente di nuovo, quindi, nella costruzione narrativa, che procede per flashback. Tuttavia, fin dalle prime scene, si percepisce che questo incontro è molto diverso da quello con un semplice giornalista: l’intervistatore, la cui identità sarà rivelata nel corso del film, diventa lo strumento attraverso cui la protagonista prende parola, guidandoci in una riflessione profonda sul ruolo del fotoreporter e sulle atrocità del conflitto mondiale e “svelando” il dietro le quinte dei più celebri scatti di Miller. 

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Documentare l'orrore: la storia di Lee Miller

Una delle chiavi di lettura del film è proprio questa: Lee offre una prospettiva inedita sulla Seconda Guerra Mondiale e sull’Olocausto, eventi storici che sono stati ampiamente trattati in altri film. A cambiare, questa volta, è il punto di vista: quello di una fotografa che, attraverso il suo obiettivo, ha avuto accesso a immagini di morte e sofferenza. Mentre molti film sull’Olocausto si concentrano sugli orrori vissuti dalle vittime o dai combattenti, Lee ci parla di chi, come la protagonista, ha avuto il compito di documentare la tragedia, spesso senza la piena consapevolezza della sua enormità, evidenziando quanto, all’epoca, il mondo fosse diviso e come le informazioni fossero frammentate e difficili da far arrivare da una parte all’altra dell’Europa.

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Parallelamente al racconto della guerra, il film esplora l’evoluzione di Lee Miller, come donna e come professionista. La protagonista si allontana dai canoni tradizionali del suo tempo, sia nel suo percorso professionale che nelle sue scelte di vita: eppure, la questione di genere è trattata in modo sottile e non viene affrontata in modo completamente esaustivo. 

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Una grande interpretazione di Kate Winslet

Kate Winslet si conferma come un’attrice straordinaria, mettendo tutta se stessa nel ruolo di Lee Miller, creando dei gesti che diventano quasi familiari nel corso del film, come l’accendersi la sigaretta o preparare la macchina fotografica per scattare. Il suo sguardo intenso e la sua presenza scenica sono perfettamente supportati dal resto del cast, in particolare da Andy Samberg nel ruolo di David Scherman, il fotografo di Life con cui Lee Miller collaborò durante la guerra e che scattò la celebre foto della protagonista nella vasca da bagno dell’appartamento di Adolf Hitler. 

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Lee: un biopic riuscito

Sebbene il film tocchi vari temi – dalla guerra alla scoperta dell’Olocausto, alle sue devastanti conseguenze, passando per il ruolo della donna in un contesto bellico – sembra che alcuni di essi non vengano esplorati con la profondità che avrebbero meritato e purtroppo in alcuni punti la narrazione rischia di appiattirsi e di cadere nella retorica


Nonostante ciò, a colpire è la capacità di mantenere l’attenzione del pubblico per le due ore di film pur raccontando una storia di cui tutti già conosciamo il finale, forse proprio grazie alla scelta di offrire il nuovo punto di vista “dietro l’obiettivo”. Infine, pur non mostrando esplicitamente gli effetti devastanti che la scoperta dell’Olocausto e l’esperienza nei campi di concentramento hanno avuto su Lee Miller, il film li racconta in modo indiretto, attraverso la sua evoluzione interiore e i cambiamenti nel suo approccio alla vita. Ma soprattutto, ciò che emerge è la forza della sua testimonianza, raccontata attraverso le potenti - e necessarie - immagini che ci ha lasciato

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Lee è dunque un biopic che celebra una figura di importanza storica e culturale, ma diventa anche una riflessione sui temi della guerra, della testimonianza e del ruolo delle donne in un periodo di profondi cambiamenti. Kate Winslet dà vita a una Lee Miller complessa, capace di navigare tra il dolore e la speranza, tra il desiderio di raccontare la verità e la necessità di preservare la propria umanità.


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Genere: drammatico, biografico
Paese, anno: Regno Unito, 2023

Regia: Ellen Kuras
Soggetto: da The Lives of Lee Miller di Antony Penrose
Sceneggiatura: Liz Hannah, John Collee, Marion Hume

Fotografia: Paweł Edelman 
Montaggio: Mikkel E. G. Nielsen 
Musiche: Alexandre Desplat 

Interpreti: Kate Winslet; Marion Cotillard; Andy Samberg; Josh O'Connor; Roland Penrose 
Produttore: Kate Solomon, Kate Winslet, Troy Lum, Andrew Mason, Marie Savare, Lauren Hantz 
Produzione: Sky UK, Brouhaha Entertainment, Juggle Films 

 

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