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Vetro (2022), la recensione dell'esordio di Domenico Croce: una ragazza e la sua stanza

04/04/2022 12:47

Marcello Perucca

Recensione Film, Film Thriller, Film Italia, Carolina Sala, Tommaso Ragno,

Vetro (2022), la recensione dell'esordio di Domenico Croce: una ragazza e la sua stanza

Vetro, opera prima del giovane regista Domenico Croce, arriva nelle sale italiane dopo la presentazione al Bif&st 2022.

Vetro, opera prima del giovane regista Domenico Croce, arriva nelle sale italiane dopo la presentazione, a Bari, al Bif&st 2022.

 

Una ragazza (Carolina Sala) della quale non sappiamo il nome – nei titoli di coda, viene indicata solamente come Lei – vive chiusa, per sua scelta, nella propria camera: ha deciso di non uscirne più, per una sorta di agorafobia o per la scelta consapevole di rifuggire qualsiasi tipo di rapporto sociale (fenomeno ben noto in Giappone e conosciuto con il termine di hikikomori).  

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Unici contatti sono quelli con il suo cagnolino e con il padre (Tommaso Ragno), al quale tuttavia non è permesso di entrare nella stanza: l'uomo si relaziona con la figlia attraverso una basculante installata sulla porta della cameretta.

Lei intrattiene una relazione virtuale, attraverso una chat, con un giovane (Marouane Zotti) di cui si innamora, ricambiata, e che vorrebbe aiutarla a superare la sua condizione di autoreclusa. Immersa nella penombra della stanza, a causa della tapparella rotta che non riesce più ad aprire, Lei si ritrova a spiare la casa di fronte attraverso le fessure dell’avvolgibile: scopre che laggiù, probabilmente, una donna vive segregata in casa da un uomo che indossa una divisa da poliziotto. Sconvolta da questa scoperta, si confida con l’amico in chat, chiedendosi cosa fare per aiutare la donna.  

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Ben presto la situazione degenera e Lei si trova privata della sicurezza e della protezione dalle quattro mura di camera sua. Ma anche la realtà intravista da dietro la tapparella serrata risulta distorta, esattamente come le immagini rese meno nitide e definite dal vetro della finestra. E ciò che Lei credeva di sapere, quelle poche certezze alle quali si aggrappava, si rivelano essere diverse e ben peggiori di quello che potesse pensare.

 

Vetro è un thriller psicologico che si sviluppa, per tutti i 90 minuti, nell’unica location di una stanza. Con tutti i rischi che questo, dal punto di vista della tensione, può comportare.

 

Il riferimento a La finestra sul cortile è fin troppo evidente, anche se gli sceneggiatori Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca hanno, probabilmente, pensato anche a Buio di Emanuela Rossi, per la situazione di Lei.  

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Si apprende, dalle note di regia, che: «Vetro è un racconto sulla capacità di restare aggrappati a se stessi quando gli affetti intorno scarseggiano. Per questo motivo […] il punto di vista migliore sarebbe stato quello della “forza interiore” della protagonista: come un personaggio invisibile a volte alleato, altre distratto, che osserva silenziosamente ogni suo movimento e spesso si mette in gioco per lei».

Ma ciò che appare penalizzante nel film di Croce è la troppa staticità del racconto, soprattutto nella sua prima metà. Da non imputare certo al suo impianto teatrale che ha permesso, nel passato, di realizzare grandi film di genere (Hitchcock docet). Piuttosto è la sceneggiatura a non risultare all’altezza. Fiacca nella prima parte e fin troppo abborracciata nel finale, quando ritmo e tensione crescono. Tanto che le trovate che si susseguono appaiono più come delle toppe, apposte per nascondere le mancanze di uno script troppo esile.


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Genere: thriller

Paese, anno: Italia, 2022

Regia: Domenico Croce

Sceneggiatura: Ciro Zecca, Luca Mastrogiovanni

Interpreti: Carolina Sala, Tommaso Ragno, Marouane Zotti

Produzione: Fidelio con Vision Distribution

Distribuzione: Universal Pictures, Vision Distribution

Data di uscita: 7 aprile 2022

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